lunedì 15 agosto 2011

galleggiare

Sembrava meno difficile. Affrontare i cambiamenti non mi è mai piaciuto. Quando poi sono radicali...
Cosciente che le cose sono quelle che sono, che la realtà è quella che conosco e che nemmeno San Gennaro potrebbe interagire per smussarla almeno un po', deciso a prendere il toro per le corna e domarlo secondo i miei intenti, mi ritrovo mio malgrado a vacillare.
I propositi ci sono, un fine anche, ma la strada per raggiungerlo è avvolta nella nebbia. Nel percorrerla vengo assalito dai ricordi, dalle occasioni sfuggite, dai progetti abbandonati che non vedranno mai realizzazione. Mi perdo in un tunnel di ricordi che affiorano come funghi, in ogni direzione in cui volti lo sguardo. Mi rendo conto che non è facile scindere ciò che è stato da ciò che ora è. Non è semplice abituarsi ai cambiamenti. Almeno per me.
Improvvisare, adattarsi, raggiungere lo scopo. Solo che questa non è una battaglia ma la vita. E soprattutto io non sono Gunny Highway.
Ma si va avanti, si galleggia.
L'altra sera, dopo l'ennesima chiacchierata con amici davanti all'ennesima birra, sono riuscito a fare l'ennesimo punto della situazione. Sconfortante ma chiaro, triste ma necessario, scomodo ma illuminante.
Il treno sul quale stavo viaggiando ha fatto una fermata inattesa e il controllore mi ha gentilmente fatto capire che era ora scendere, non c'era altra soluzione. E' un peccato perché avevo intenzione di proseguire il viaggio fino alla fine. All'inizio ho protestato, mi sono opposto non riuscendo ad accettare la situazione.
Poi ho capito.
Ora sono seduto comodamente sulla panchina a bordo binario, le gambe stese. Osservo il mio convoglio che si allontana fino a diventare un puntino lontano, indistinguibile. Come proseguirà il suo viaggio non è più affar mio. Non più.
Ora respiro a pieni polmoni un'aria che dentro al mio vagone era svanita da tempo. Forse avrei dovuto aprire io i finestrini ogni tanto.
Osservo i viaggiatori che mi circondano, chi in attesa di partire, chi è appena arrivato. C'è anche chi rimane cocciutamente seduto al proprio posto, guardando fuori dal finestrino di un treno che non riparte e forse nemmeno più ripartirà, osservando immobile ciò che lo circonda. Forse anch'io ero così. Forse.
Rimuginando a più non posso ho però raggiunto la consapevolezza che alla fine la situazione oramai è questa e che se proprio su quel treno non ero più persona gradita... bè, fanculo cazzo, chi non mi vuole non mi merita (cit. rubata alla mamma di un'amica)!
Ora, galleggiando, vado a consultare il tabellone degli orari...





Buon viaggio


4 commenti:

  1. Galleggiando galleggiando raggiungerai la riva e poi la città più vicina e poi la stazione più vicina e poi il treno con l'orario più comodo... buon Ferragosto augu'! :)

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  2. Arriverà il treno giusto, nell'orario giusto e per la giusta direzione...
    Se poi non sarà così, hai mai pensato di imbarcarti su una splendida barca a vela lasciandoti cullare durante il tuo cercare? ;D

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  3. Pel pezzo, Augusto.
    Atmosfera "galleggiante", ma disincantata. Il tuo stile pensoso ma non troppo è coinvolgente.
    Ciao

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  4. Grazie a tutti voi! @chiara: nuoto malissimo... ;)

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